Non si puo dare la colpa al Covid , perchè si guarisce benissimo se curato come si deve , la domanda è questa : quanti corridori si sono Vaccinati di quelli che si sono ritirati alla parigi nizza ??
Questo non lo dicono vero ?
lo scriviamo noi , perchè tutto fa pensare ma che i sintomi sono molti piu vicino alle reazione avverse da vaccino nessuno osa dirlo , perchè non si può , perchè è piu facile dare la colpa al covid e nessuno indaga sulle avversità.
Se sei vaccinato le reazioni avverse vengono fuori sotto sforzo e a prendere un infarto è un attimo e indovinate a chi vorrebbero dare la colpa ? ma chiaramente al Covid , senza dare nessuna possibilità a questi maledetti vaccini , che da quando gli sportivi lo hanno fatto , sia nel calcio , nel ciclismo e in altri sport endurance si sono sentiti male o finiti addirittura morti .... ma un analisi completa la faranno un giorno ??
segue:
Intervistato da Humo, l'”attaccante” della Lotto Soudal che ama farsi inseguire invece di inseguire gli altri, vivendo perennemente in un cambio di prospettiva interessante, ha acceso i riflettori sui numerosi kappaò nei mesi recenti e anche sui suoi problemi fisici tra Covid, bronchite e fastidi intestinali: «La bronchite in particolare mi ha fatto crollare. Dopo due giorni di gara al Giro di Catalogna ho iniziato a sentirmi sempre peggio.
Una specie di sonaglio sui polmoni durante l’espirazione. Ho avuto la febbre e quindi mi sono dovuto ritirare». E sulla Parigi-Nizza, ecco le impressioni del 35enne belga: «Alla Parigi-Nizza si è ammalato praticamente tutto il gruppo dei corridori. Chiunque abbia contratto il Coronavirus ha perso di conseguenza il dieci percento della capacità polmonare: non lo notano le persone normali, ma per un atleta fa molta differenza. Se vai avanti e ti colpisce il cuore, la tua carriera è finita. Guardate Tim Declercq e poi quando è successo a Colbrelli, mi sono spaventato molto, sì».
Infine De Gendt si lascia andare a un pensiero profondo e che fa riflettere sul tenore di vita e sui pericoli che affrontano i ciclisti: «Quando sei giovane, non ti rendi conto come una stupida caduta possa ucciderti. Ma dopo quattordici anni nel mondo del professionismo, ho visto morire così tanti corridori che sono molto consapevole del pericolo. Non importa quanto provo a tenerlo lontano mentre sono in bici, continua a scorrermi nella testa. Non voglio morire nel mio sport».